miércoles, 9 de mayo de 2007

parco della memoria 1

L’idea L’analisi del sito di intervento e dell’abitato circostante ci ha portato a scegliere una soluzione progettuale semplice ma nello stesso tempo evocativa e rispettosa dell’intorno. La sua ubicazione relativamente periferica rispetto al centro storico del paese di San Giuliano inserisce il parco in un tessuto meno compatto, di piú recente formazion, e, senza l’edifi cio della scuola, l’area si assimila ancor di piú al paesaggio rurale circostante. Per questo motivo si è giunti alla sintesi di una idea basata su uno spazio con una forte identitá geometrica , in cui forme circolari sono contenute nello spazio che si spinge fi no al perimetro dell’area composto da un campo di papaveri e fi ordalisi. In questo contenitore di fi ori di campo , le forme circolari si appoggiano come foglie portate dal vento, sono cerchi colorati che formano un parco per bambini che tornano a rivivere questo spazio. L’mmagine guida é un quadro di Paul Klee del 1920, intitolato “Ver Wohin”/ “Verso dove” che ci ha fatto pensare ai bimbi periti nel terremoto come a dei colori volati via e ritornati in questo luogo sotto altra forma: “SONO COLORI” sará la poesia scritta a lettere in ottone impresse a pavimento nella entrata a nord- est del parco; mentre il lavoro fatto da bambini di un asilo defi nisce i contenuti di queste forme che saranno comunque spazi di incontro per tutti gli abitanti del paese . L’area della scuola e del terrapieno da conservare si inseriscono in questo gioco di cerchi, ed il perimetro della scuola si trasforma in una grande lamina d’acqua al cui interno si colloca l’opera d’arte commemorativa del tragico evento, dando vita ad uno spazio raccolto di preghiera e contemplazione. Il contenuto delle zone secondo i Bambini dell’Asilo Chiedere a dei bambini di cinque anni di immaginare uno spazio per altri bambini é stata la parte piú divertente e “creativa” del lavoro. Il progetto si basa sull’esperienze e sul vissuto di bimbi dalle idee molto chiare, a dispetto della loro giovane etá. Questi hanno trasformato alcuni metri di terra in un parco giochi, tenendo conto di tutte le loro esigenze al momento della creazione di uno spazio adatto al gioco, del quale non ne hanno mai alterarato la funzione dall’inizio alla fi ne. Si defi nisce adatto perché grazie alla convivenza con bambini di altre etá, di altre culture e con altre esigenze educative, hanno scelto di creare un luogo dove tutti trovano il loro spazio per convivere. Il processo creativo si é sviluppato secondo il loro punto di vista, che é una visione di bambini e bambine di cinque anni. Il metodo adottato é stato un metodo a partecipazione diretta in cui un gruppo di sei bambini ha preso parte ad ogni fase di lavoro, dalla idea iniziale fi no al risultato finale. I mezzi utilizzati sono stati la lettura di fi abe, commenti di films, visione di foto, giochi, materie plastiche, analisi delle piante del luogo destinato al parco ed esperienze vissute all’aria aperta durante le gite scolastiche. Quest’ultime, forse, sono state le esperienze piú motivanti al momento di creare quegli elementi che i bimbi avrebbero voluto vivere in questo parco, come un labirinto, un bosco, un castello... Si è cominciato da una idea: creare un mondo mágico e meraviglioso nel quale si puó giocare senza pericolo e senza porre limiti alla fantasia. Dalla lettura di vari racconti nasce l’idea di dar vita a questo mondo in una isola perduta, circondata dall’acqua ed alla quale si puó accedere solo volando. Tutti possono andare sull’isola, senza limiti di etá, cultura o condizioni. È un isola pensata da bambini che a loro volta hanno pensato alle esigenze di altri bambini: dai neonati ai bimbi piú grandi, dai bimbi sani ai bimbi con bisogni particolari, fi sici o psicologici( hanno anche evitato barriere architettoniche), ai bimbi di altre culture, ed hanno creato un luogo dove convivere non é affatto complicato. Hanno inventato zone dove ci sono animali fantastici come le sirene, animali preistorici come i dinosauri e personaggi divertenti come i pirati. Hanno unito il giorno e la notte in una stessa fascia spazio-tempo dove é possibile giocare in un castello, in un labirinto, in un fungo gigante, in un albero dal tronco vuoto, in una piramide, in una nave dei pirati. E ci sono anche laghi dove vivono i delfi ni che giocano con i bambini. Non mancano altalene e scivoli e tutti quei giochi da loro conosciuti e che hanno integrato nelle zone gioco da loro imagínate. Tutti possono accedere a queste isole e con facilitá perché si devono permette e gli accessi per i disabili e per i passeggini dei bebé...e per tutti coloro con difficoltá motorie.
Non si sono dimenticati di mettere fontane per bere e cestini per non sporcare ed i bagni. Da questo mondo imaginario ed idilliaco sono passati, poi, a pensare ad una isola di forme piú regolari , circondata da edifi ci e strade (il lotto su cui si interviene progettualmente).
Non gli é stato facile passare dal pensare in astratto a pensare ad un luogo concreto ma anche in questo caso non hanno rinunciato a disegnare le zone e gli elementi delle loro isole immaginarie, ma qui razionalizzati secondo lo spazio definito.

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